Beigua Unesco Global Geopark: Prima diretta Tv

novembre 14, 2017





Domenica 29 e Lunedì 30 Ottobre 2017 siamo stati ospiti del Parco Naturale Regionale del Beigua, una realtà territoriale di cui tutta la Liguria dovrebbe andare fiera.
Il Beigua Unesco Global Geopark rappresenta infatti la più vasta area naturale protetta della regione, e regala innumerevoli paesaggi capaci di generare invidia in chi viene da lontano. Per noi di Tripinyourshoes, essendo un gruppo di Genova, la possibilità di avere uno spazio simile nelle vicinanze doveva essere senz’altro sfruttata e valorizzata.
Detto fatto.
Ci siamo ritrovati nei pressi della stazione di Arenzano con Pino, una simpatica guida del CAI, disponibile, esperta e molto informata circa la storia naturale, geologica ed umana del parco.
Insieme a lui abbiamo imboccato il sentiero che da Arenzano porta al rifugio Argentea.
Il segnavia è un triangolo rosso pieno. Quattro le ore di percorrenza segnalate. 1090 i metri di dislivello.
Nell’aria frizzante del primo mattino è iniziata la nostra ascesa, anche se ben presto un coraggioso sole ottobrino è venuto a scaldare i nostri passi. La parte bassa del percorso è caratterizzata dalla presenza di molti pini marittimi, terra bronzea bruciata dal calore, alcuni cespugli di bacche e alberi di corbezzoli. Salendo in quota la vegetazione muta in maniera abbastanza netta, lasciando spazio a verdi prati, pinete più compatte e boschi che nella stagione autunnale offrono un tripudio di colori.
Abbiamo avuto la fortuna di poter assistere alla variegata scala cromatica del fogliame, che a fine ottobre spazia da un timido giallo canarino al rosso più acceso. Il nostro percorso in salita è stato intervallato da alcune soste per poter effettuare riprese aeree col drone, nei punti più suggestivi e panoramici. Ci siamo inoltre fermati in alcuni punti di particolare interesse, accompagnati dalla voce sapiente di Pino.
Da menzionare il “Centro Ornitologico e di Educazione ambientale”, posizionato proprio lungo il sentiero. La struttura è dedicata all’avifauna ed è situata in una delle zone più interessanti per quanto concerne la migrazione dei rapaci. Abbiamo avuto la possibilità di entrare all’interno e guardare. Il centro presenta una raccolta di immagini fotografiche di animali in volo, oltre che sistemi multimediali che consentono di interagire con lo straordinario mondo degli uccelli. La visita è caldamente consigliata agli appassionati di Birdwatching.
Salendo abbiamo potuto anche osservare i resti di una antica teleferica. Come ci è stato spiegato, nel Parco ve ne erano presenti molte, rimaste in funzione almeno fino agli anni ’50 del secolo scorso. Erano utili per trasportare materiale dai pendii al fondo valle, riducendo in maniera non indifferente lo sforzo umano.
Sul tratto finale, superati gli 800 metri di quota, siamo stati colti da un clima più freddo. L’ultima mezz’ora di tragitto ci ha esposti infatti a sferzate di vento da Sud che hanno portato ad avere una crescente coperture nebulosa sui crinali montuosi. La visibilità si è comunque mantenuta buona fino al nostro arrivo al rifugio Argentea (1088 metri di altitudine), regalandoci spicchi di natura notevoli. L’aspetto che salta subito agli occhi quando si giunge sull’Alta Via nei pressi del rifugio, è il colore che assume il manto erboso in questa stagione. Ad una tinta di fondo color ocra si mescolano vigorose note ramate, creando un effetto gradevole agli occhi. È poi il luogo in sé a generare stupore: se volti la testa verso Nord puoi osservare la Pianura padana e l’arco alpino che la abbraccia, se invece ti giri verso Sud, ti trovi lo specchio d’acqua del Mediterraneo ai piedi, con i suoi riverberi e le navi attraccate a poche miglia.
In quel punto stai semplicemente nel mezzo.
Abbassi lo sguardo, osservi le tue scarpe e gioisci per essere giunto sulle tue gambe su quella terrazza naturale. Questa è la bellezza di Tripinyourshoes, per l’appunto.



Nebbia salendo al rifugio


I crinali montuosi del Parco del Beigua, indorati dall'autunno
Vegetazione più fitta salendo in quota






































Al rifugio Argentea l’accoglienza di alcuni membri del CAI di Arenzano è stata favolosa. Nonostante fossimo attrezzati con il cibo per tutti i pasti da consumare nei due giorni, hanno insistito per offrirci loro da mangiare. Abbiamo quindi preso parte a un pranzo luculliano a base di focaccia, pastasciutta al pesto, salsiccia, frutta e un buon vino rosso di accompagnamento, gradevolmente tannico. Le grandi mangiate in quota hanno sempre un qualcosa di speciale.
Nel pomeriggio, tutta la nostra concentrazione si è riversata sulla nostra prima diretta Tv, uno dei motivi principali della visita al Parco del Beigua.
Per chi non lo sapesse infatti, Tripinyourshoes sarà in diretta alcune domeniche con dei collegamenti effettuati in particolari location della Liguria. Il programma per cui lavoriamo è “Il mondo insieme” di Licia Colò, su Tv2000 (canale 28 del digitale terrestre).
Il collegamento è filato liscio dal punto di vista tecnico. Peccato solo per le condizioni meteorologiche, perché nel frattempo si era alzata una fitta nebbia che non ci ha permesso di viverci la diretta nelle condizioni ottimali. Ma siamo fiduciosi che il tempo sarà più clemente con noi le prossime volte. Dunque, come si dice in questi casi, buona la prima!
Per essere precisi, il punto esatto in cui abbiamo risposto alla voce di Licia Colò è stato di fronte al rifugio Fasciun, una costruzione in pietra abbastanza datata, eretta nei pressi dell’omonima fonte.

Il freddo avvolgente e la spessa coltre di nebbia, uniti ad un tasso di umidità davvero elevato hanno dato vita ad uno scenario molto cinematografico per tutto il resto della giornata, fino a sera.
Giunti all’ora del vespro, la nostra speranza di poter godere di un tramonto dai toni romantici si è presto affievolita. Tuttavia una pallida luna si è fatta intravedere tra le nuvole rosate sopra le nostre teste, prima che scendesse completamente la luce.
La cena è stata nuovamente offerta dai membri del Cai rimasti a dormire in rifugio.
Doveroso citarli: Pino, Celso e la Nuccia, tutti e tre di una cordialità e di un’umanità squisite, doti che si apprezzano ancora di più nell’atmosfera distaccata della montagna.
Una polenta con sugo ha spento la nostra fame crescente, mentre ascoltavamo storie di montagna e aneddoti sul Parco del Beigua da persone che avevano tanto da raccontare e da insegnarci.
Siamo per esempio venuti a conoscenza della presenza di una specie animale molto particolare nella riserva: l’ammotrago. Di cosa si tratta? L’ammotrago, detto anche muflone di montagna o pecora crinita, è un animale di derivazione africana, abituato a vivere in zone geografiche in cui il termometro balza spesso sopra i quaranta gradi centigradi ( Algeria, Sudan, Sahara occidentale, tra le altre ). Un animale quindi che non dovrebbe trovarsi a vivere nel territorio della Liguria. Eppure, dopo alcune ricerche, si è appurato che si ha a che fare con la specie in questione. Semplicemente, si tratta di alcuni esemplari (16 per la precisione) fuggiti da una riserva del basso Piemonte e successivamente adattatisi al clima mutevole del Parco del Beigua. Grande esempio di resilienza del mondo animale.
Una crostata alla frutta e un brindisi finale hanno concluso la nostra cena, lasciando spazio per gli ultimi discorsi serali prima di andare a dormire nei sacchi a pelo. La notte è passata veloce, il rifugio Argentea dispone di un piano superiore dedicato al dormitorio, con una quindicina di letti comodi e puliti. Proprio la comodità e la pulizia del rifugio sono due qualità che abbiamo apprezzato della struttura. È davvero mantenuta bene, con cura e impegno. La sezione del Cai di Arenzano se ne occupa quasi settimanalmente tutto l’anno.

Il risveglio del nostro lunedì 30 Ottobre non poteva essere migliore. Una marcata tramontana da Nord ha spazzato via il letto di nuvole che si presentava davanti a noi la sera prima, offrendoci un cielo terso e qualche raggio di sole. L’umore della truppa è salito subito in alto, corroborato ulteriormente da una sontuosa colazione a base di latte, tè e focaccia riscaldata direttamente sulla stufa a legna.
Salutato il rifugio Argentea e il suo splendido personale, abbiamo rimboccato gli zaini e ci siamo nuovamente incamminati, questa volta in direzione Pratorotondo.

Nuvole e alberi si fondono, quadretto romantico

La vista in direzione di Savona dal rifugio Argentea























Abbiamo preso l’Alta Via, il tempo di percorrenza è di circa un’ora e mezza. Lungo il tragitto abbiamo di nuovo avuto l’occasione per realizzare alcune riprese con il drone e scattare un po’ di fotografie panoramiche. Anche in questo caso, come per la domenica, improvvisamente siamo stati colti da una fitta nebbia che ha avviluppato ogni cosa intorno a noi, accompagnata da un freddo pungente. Ci siamo quindi riparati dentro la “Casa della miniera”, una ordinata costruzione in pietra, per consumare un pasto frugale con i nostri panini e scaldarci un poco.
Qui una puntualizzazione. La Casa della miniera è una delle numerose costruzioni, accessibili a tutti, che si possono trovare lungo l’Alta Via e non solo all’interno del parco. Avere diversi punti di appoggio, aperti, solidi e ben curati, è indice che c’è chi lavora silenziosamente ma costantemente per tenere alta la qualità e l’usufruibilità dei cammini dell’arco appenninico ligure. È un fatto importante e positivo.
Giunti poi al rifugio di Pratorotondo, ci siamo incontrati con Monica, una Guida Ambientale del Parco Naturale Regionale del Beigua. Guidati in macchina da lei, abbiamo percorso la strada carrozzabile in direzione Sassello, avvolti in uno scenario autunnale dai mille colori. Davvero abbagliante.
Abbiamo approfittato dell’occasione per fermarci in alcuni scorci di particolare bellezza e mettere in moto per le ultime volte il nostro fedele drone. Tutta la valle intorno a noi assomigliava a un territorio tipicamente nordamericano, con le fronde degli alberi arancioni, rosse e gialle. E invece ci trovavamo in Liguria, a pochi passi dal mediterraneo. Incredibile.

Uno dei ripari costruiti dal Cai lungo il percorso

Camminando tra prati dorati 

Una volta arrivati a Sassello è iniziata l’ultima parte del nostro “viaggio”, quella culturale.
Abbiamo infatti avuto la possibilità di visitare due siti molto interessanti per tutta la realtà locale: il mulino di Sassello e l’agribirrificio “Alta Via”. Il primo è ormai in funzione da moltissimi anni e presenta una macina rotante ancora in buono stato. Il gestore della struttura Dario, che ringraziamo per la disponibilità mostrata, l'ha messa in moto per darci l'onore di vederla in azione.
All'interno, una serie di macchinari, alcuni collegati tra loro, permettono la trasformazione del chicco in farina. Posti come questo vanno valorizzati in Liguria, perché propongono un modello di produzione sostenibile e più rispettoso dell'ambiente rispetto ai grandi colossi del settore.
Il micro mondo racchiuso dentro al mulino e la passione con cui ci è stato presentato, hanno reso la nostra visita molto piacevole.
Per quanto riguarda invece l'azienda agricola "Alta Via", essa è il primo agribirrificio della Liguria, è nato recentemente ( nell'estate del 2016 ) ma comincia già a farsi un nome. Per "agribirrificio" si intende uno stabilimento in cui le birre vengono prodotte con ingredienti a km 0, dando pieno senso al concetto di "prodotto artigianale". Siamo entrati dentro al reparto per la produzione e l'imbottigliamento, ma purtroppo in quel momento tutti i macchinari erano fermi. Abbiamo comunque potuto assaggiare una delle qualità di birre lì prodotte: la Maccaja American Pale Ale, dal colore ambrato chiaro e con un tasso di gradazione alcolica del 5.4%.
Gradevole.

Una volta finito il nostro tour a Sassello, siamo tornati ad Arenzano con Monica, che ci ha riaccompagnati alla stazione ferroviaria. Qui si è concluso il nostro bivacco. Qui si è concluso il primo episodio di questa nuova avventura per Tripinyourshoes.

Siamo tornati a casa con una certezza in particolare: il Beigua Unesco Global Geopark è una riserva che serba un enorme potenziale. Le specie animali e vegetali, i paesaggi, la cura dei sentieri, i rifugi, le ampie vedute dai crinali montuosi, il mare a lambire i piedi delle montagne sovrastanti, i fianchi dirupanti verso la costa, sono tutti elementi che rendono il Parco un gioiello da custodire e da valorizzare al massimo. Un orgoglio per tutta la regione Liguria.
Vi invitiamo a giudicare voi stessi, non appena avrete l'occasione di visitarlo. Non ve ne pentirete, garantiamo.



Gruppo Tripinyoushoes a rapporto




Dati Gpx: - Arenzano - Argentea

                 -  Argentea - Prato Rotondo

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