Parco naturale del Marguareis: la Grande Spedizione

marzo 02, 2018

Ci sono certe esperienze di contatto diretto con la natura che ti rimangono dentro più di tante altre.
Esperienze che sono difficili da raccontare a parole.
Esperienze forti.
La fatica della salita, il freddo che sembra avvinghiarti la faccia e le mani, la neve immacolata praticamente ovunque, un cielo stellato da far impallidire certe notti estive di San Lorenzo passate in mezzo ai campi a guardare in alto.
Gettare nero su bianco quello che abbiamo vissuto in due giorni nel Parco naturale del Marguareis rischia di banalizzare le immense emozioni provate, sia durante il giorno sia col calare del sole. Forse con le immagini potrà risultare tutto più semplice, e infatti speriamo col cuore che quelle potranno rendere giustizia almeno in parte a ciò che i nostri occhi hanno visto.

Ma proviamo lo stesso.
Siamo tutti orgogliosi di potervi raccontare il nostro bivacco presso il rifugio Garelli, a quota 1970 metri, incastonato in una cornice di roccia e neve di rara bellezza.
La struttura, che in inverno può offrire 12 posti letto con coperte e cuscini, è stata edificata sotto il massiccio del Marguareis.
Punta Marguareis è la vetta più elevata delle Alpi Liguri, con i suoi 2651 metri di altitudine, e dal rifugio la si può ammirare in tutto il suo splendore.

Il rifugio Garelli, a quota 1970 metri sul livello del mare

Abbiamo fronteggiato la salita con la necessaria attrezzatura, che le condizioni climatiche e del terreno richiedevano ampiamente. Dopo un primo tratto di avvicinamento al sentiero con gli scarponi ai piedi, ci siamo infatti messi i ramponi, per superare un settore di ghiaccio vivo assai scivoloso.
Una volta raggiunta la traccia nella neve fresca segnata da altri scalatori prima di noi, è giunto poi il momento delle ciaspole
Con queste ai piedi, è iniziata la nostra ascesa vera e propria.
Abbiamo coperto un dislivello di quasi 1000 metri, arrivando a quota 1970 metri mentre il sole cominciava a tuffarsi dietro i cornicioni di roccia del massiccio del Marguareis.
Gli ultimi 100 metri sono stati una vera fatica per tutti, con Spina in testa a guidare la spedizione verso il nostro traguardo. 


Gli ultimi faticosi passi che hanno preceduto il nostro arrivo
Ciaspole ai piedi e una Spina pronta a marciare

Alle ore 17 circa di sabato 3 febbraio 2018, siamo giunti al rifugio, mentre la temperatura iniziava già a scendere in picchiata di parecchi gradi sotto lo zero.
Ci siamo dovuti immediatamente coprire con indumenti asciutti, per rimanere i più caldi possibile. Fin da subito abbiamo dovuto riscaldare i locali interni: la cucina (dotata di stufa a legna) e il dormitorio, posto al piano superiore.
Grazie ad alcuni ceppi di legna che ci eravamo previdentemente caricati sugli zaini, siamo riusciti ad innalzare la temperatura interna ad un livello accettabile per mezzo della stufetta.
Fuori però, le condizioni si sono fatte sempre più rigide, fino ad arrivare a quota -17°/-18° con l'avanzare della notte.
Per la cena ci siamo sfamati doverosamente cercando di sfruttare al massimo i fornelletti portati con noi. L'acqua è venuta presto a mancare, soprattutto per cucinare e lavare le pentole utilizzate.
Abbiamo dunque dovuto far di necessità virtù, e abbiamo deciso di sciogliere un po di neve sul fuoco, utilizzando le gavette. Esperienze del genere ti marchiano nella mente quanto sia importante l'acqua e quanto noi dipendiamo da essa. 


Una volta terminato il pasto, ci siamo coperti più che potevamo e abbiamo provato a uscire all'esterno per scattare qualche foto allo spettacolo che si era formato intorno a noi e sopra alle nostre teste.
Il cielo stellato era incredibile. L'isolamento totale da qualsiasi centro abitato, l'aria tersa e gelida, i crinali montuosi a fare da cornice, hanno reso la situazione quasi irreale.
Gli angoli di paradiso esistono ancora nel mondo, e sono molto freddi.
Sta a noi cercare di preservarli come se fossero quanto di più prezioso ci sia stato tramandato dalle generazioni passate.
Nel gelo dell'oscurità, siamo riusciti a immortalare la magia del luogo e del momento con le macchine fotografiche. Esserci fisicamente però, non sarà mai paragonabile all'osservazione di una fotografia.
Siamo stati fortunati, poiché le condizioni del cielo erano ottimali.

Un incredibile cielo stellato a sovrastare il rifugio Garelli

Rientrati al Garelli, ci siamo preparati per affrontare la notte con una temperatura piuttosto rigida. La maggior parte di noi aveva sacchi a pelo per condizioni termiche critiche, inoltre la presenza di alcune coperte ha sicuramente aiutato. 
Le ore di sonno sono passate abbastanza velocemente, da segnalare solo alcune raffiche di vento che hanno sferzato episodicamente le pareti del rifugio, destando qualche preoccupazione.
Al mattino, comunque, il panorama che ci si è schiuso davanti ci ha ripagati dal freddo procurato.
Ѐ stata l'occasione giusta per mettere in volo il drone ed effettuare alcune riprese aeree di tutto l'avvallamento circostante e del massiccio del Marguareis, accarezzato dai primi raggi di sole del mattino.
Luci filtranti e neve ovunque: la magia di trovarsi immersi nella natura alpina


Dopo aver consumato una colazione energetica, ci siamo subito messi in moto, dal momento che ci aspettavano tre ore abbondanti di discesa con le ciaspole ai piedi. Il sopraggiungere del sole ha riscaldato corpi e cuori, e così abbiamo iniziato la marcia col morale alto. Spina si è lasciata andare ad alcune corse sfrenate nella neve fresca, dopo essersi ripresa anche lei dal torpore della notte e del primo mattino. Il tragitto in discesa è stata un'esperienza speciale: circondati da alberi sempreverdi e da un biancore dominante pressoché ovunque, siamo scesi fino a fondovalle mantenendo un buon ritmo.
Sentire le gambe che affondano dolcemente nel manto nevoso mentre trascini i piedi e lasciarsi scivolare nei punti di maggiore pendenza, è una sensazione fantastica! Vi invitiamo a provare questa pratica sportiva invernale: è in grado di coniugare ottimamente lo sforzo fisico con la bellezza dei luoghi innevati in cui puoi immergerti.


Il risveglio dal rifugio, temperatura esterna a -17
Interminati spazi e sovrumani silenzi


Giunti intorno alle 13.30 presso la macchina, ci siamo diretti a Chiusa di Pesio, per effettuare il collegamento in diretta con Licia Colò, per il programma da lei condotto "Il mondo Insieme" ( tutte le domeniche dalle ore 15 sul canale 28 del digitale terrestre e 140 di sky ) con cui collaboriamo ormai da alcuni mesi.
Si è parlato della nostra spedizione all'interno del Parco Naturale del Marguareis ed è stata mostrata brevemente parte dell'attrezzatura utilizzata per il bivacco. Nonostante alcuni problemi tecnici legati all'audio, l'intervento è stato portato ugualmente a termine.
Così si è concluso un weekend diverso dal solito, con un gioioso rientro verso la nostra Genova. 
Stanchi, molto stanchi. Ma felici, molto felici.

Uno scatto della discesa, nel bel mezzo di un bosco completamente imbiancato

Concludiamo esortandovi a vivere il più possibile a contatto con la natura, con gli ambienti che la nostra Italia può e sa ancora regalare. Imparate ad apprezzare la montagna, imparate ad amarla.
La montagna è la maestra di vita più silenziosa ed allo stesso tempo più eloquente che possiate trovare. 
La fatica che abbiamo dovuto affrontare nella salita verso il rifugio, il freddo micidiale che ci ha accolti una volta arrivati in quota, la mancanza di acqua per cucinare, sono stati tutti elementi spazzati via dal gusto di aver fatto un'esperienza pregna di vita.
Vivete! Giovani, meno giovani: vivete! Fate esperienze che vadano a solleticare i vostri limiti, uscite dalle vostre zone di comfort e provate ad andare verso le vostre paure.
Una notte a -18 gradi non fa paura se ti sei equipaggiato doverosamente, scivolare su una lastra di ghiaccio a causa di un rampone difettoso fa meno paura se hai un compagno che ti sostiene, sudare e stringere i denti sugli ultimi cento metri di dislivello pesa di meno se sai che intorno al tavolo del rifugio tutti condivideranno qualcosa per la cena.

Imparate soprattutto ad apprezzare il modo in cui la natura sia ancora in grado di farci rimanere a bocca aperta. Ѐ così da millenni, eppure non dobbiamo darlo per scontato. 
Mai.

TripInYourShoes continuerà con grande determinazione a sostenere la tutela dei Parchi naturali e delle meraviglie che essi conservano.


Neve, rocce, qualche nuvola leggera, squarci di cielo: ci siamo goduti tutto questo



Alla prossima!



Fotografia : Nicolò Rinaldi & Beatrice Bachi

Team: Luigi Chiurchi, Pietro Ienca, Pietro Buatier, Dario Ottonello, Arianna Vegni













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